Un
film di Tony Scott. Con Denzel Washington, Val Kilmer, Paula
Patton, Bruce Greenwood, Adam Goldberg, Jim Caviezel. Genere
Azione, colore, 128 minuti. Produzione USA 2006.
Doug Carlin è l’agente dell’ATF, sezione
alcolici, tabacchi e armi da fuoco, incaricato di indagare
sull’attentato terroristico che ha fatto esplodere
e affondare un traghetto fluviale uccidendo centinaia di
passeggeri. Lo stesso giorno, sulle rive del fiume viene
rinvenuto il corpo senza vita di Claire Kuchever, una giovane
donna che Doug sente di avere già conosciuto e amato
perdutamente. Scoprirà presto che l’omicidio
è collegato all’esplosione. Avvicinato da Pryzwarra,
agente dell’FBI, Doug è reclutato per la durata
dell’indagine da un’unità segreta altamente
tecnologica che gestisce informazioni satellitari, registrazioni
digitali che ricostruiscono e osservano gli avvenimenti
passati. Convinto di investigare un passato finito e accaduto
che gli permetterà di scovare l’attentatore,
Doug scopre che la scienza ha piegato quel passato fino
a costruire un ponte col presente. Difficile resistere a
Claire e alla tentazione di alterare il corso degli eventi.
Dopo il “re” di Steven Zaillian, anche Tony
Scott scende nei fiumi melmosi della Louisiana post Katrina,
rimpiazzando un disastro naturale con uno sociale: il terrorismo.
Nella prima lunghissima sequenza che prelude l’attentato,
il regista concentra il momento più spettacolare
del film, il più fedele al suo stile ipercinetico,
adrenalinico e patinato. I suoni, le musiche, le risate
e gli schiamazzi sollecitati fino a brillare nel fragore
dell’esplosione introduttiva, basterebbero da soli
a ripagare biglietto e spettatore. Lascia invece sconcertati
l’improvvisa virata fantascientifica, la porta spazio-temporale
passato/presente che corregge, fino ad annullarla, l’interessante
trovata tecnologica di scorrere il passato, individuarne
le falle e risolvere le indagini.
Imbarazzante è pure l’uso del dèjà
vu, privo di qualsiasi implicazione filosofica e mero pretesto
per raggiungere l’happy end sentimentale. Siamo insomma
lontani dal dèjà vu visivo di Matrix, dall’imperfezione
nel programma informatico di simulazione della realtà;
il già visto e il già accaduto servono la
storia d’amore tra Denzel Washington e la bella Paula
Patton, alimentando il senso di familiarità dei due
amanti. Un incipit magnifico e verosimile, una regia dinamica
e sempre originale, tuttavia sprecati in una storia di fantascienza
improbabile.