Come riconoscere l'amore del cuore |
L'energia del cuore non ha sfumature sentimentali:
l'amore non è emozione e segue ritmi diversi | |
| Molti
si chiedono: cos'è veramente l'amore? Come riesco a distinguerlo da altri sentimenti
di affetto? Sappiamo che possiamo trovarlo nel cuore, al centro del quarto
chakra. Eppure, molti quando l'incontrano per la prima volta si chiedono:
dov'è? L'energia del cuore non ha infatti alcuna sfumatura sentimentale.
L'amore non è emozione e segue dei ritmi completamente diversi:
le emozioni vanno e vengono, sono soggette alle situazioni, hanno degli alti e
bassi; l'amore è costante, è un sintonizzarsi con se stessi.
Le emozioni legate all'innamoramento passano, mentre l'amore resta. L'amore
non dipende quindi dal partner, ma dal nostro centro. E' uno spazio al
centro del nostro petto che permette ai pensieri e ai sentimenti di entrare e
di uscire incondizionatamente, accetta tutti i moti interiori senza giudizio,
non ci paragona con gli altri e non confronta i nostri comportamenti con i nostri
ideali. Lama Yesce, il nostro primo maestro tantrico, parla dell'amore come
«uno stato mentale infuso di chiarezza, di semplicità e tolleranza, dotato di
serena saggezza e di profonda compassione. Consiste nell'aprire totalmente il
nostro cuore, mantenendolo tale il più possibile.» L'energia del cuoreL'energia
del cuore accoglie e accetta anche tutte le altre energie, non conosce le parole
«buono e cattivo», è un'energia piuttosto fresca, non focosa,
priva di passioni o antipatie; con la sua imparzialità distaccata
riesce a comprendere tutti gli opposti, accetta senza condizioni e accoglie anche
il partner senza critiche o pretese. L'amore vibra con le emozioni, ma senza
lasciarsi coinvolgere. L'amore ha la capacità di amare la realtà così come è,
di conoscere tutti i difetti di un partner e di continuare ad amarlo. Considerando
il partner nella sua interezza, l'amore diventa una forza incredibile. Indicare
nel cuore la sua sede non è una metafora, quello è il reale spazio fisico nel
quale proviamo amore, sentimento che si traduce con la sensazione di essere completi
e colmi, in pace con noi stessi, accoglienti e vasti, in grado di comprendere
ciò che viene da dentro e ciò che arriva dal mondo. L'amore si rivolge
al proprio essere nella stessa misura in cui si rivolge agli altri. Chi
afferma di amare gli altri più di sé stesso in realtà non ama: insegue un'idea.
Se amiamo non saremo mai vittime o martiri, ma semplicemente felici. L'amore non
conosce altruismo come non conosce egoismo, perchè accetta ad entrambi. L'amore
ha un ampio respiro, in senso metaforico come in senso reale. Un chakra del cuore aperto si manifesta
esattamente con una sensazione di apertura nel petto, un libero fluire
del respiro che attraversa il torace con il suo movimento ritmico e si ripercuote
negli altri chakra, sia alti che bassi. Per questa ragione i buddisti
meditano sul respiro: oltre a rendere la mente più equilibrata e concentrata,
ci riporta al nostro chakra centrale, dandoci un'incredibile stabilità
interiore. Collegare i nostri pensieri, sentimenti e sensazioni mutevoli
alla continuità del respiro è forse la strada maestra per nutrire e aprire l'energia
del cuore. Questo ci porterà a una comprensione delle cose che non proviene dall'intelletto,
ma dall'intuizione, e deriva direttamente dalle esperienze vissute con intensità. Il
chakra del cuore è collocato esattamente nel mezzo degli altri sette,
mette in contatto i tre chakra personali inferiori con quelli spirituali
superiori. La via verso l'amoreL'amore non è qualcosa che possiamo
aspettarci di ricevere. Finché non ci collegheremo con l'energia del nostro cuore,
non saremo in grado di accorgerci se qualcuno ci ama. Come nella sessualità,
anche rispetto all'amore abbiamo un limite di sopportazione e a volte, quando
ci innamoriamo di una persona, inconsciamente usiamo qualche strategia del secondo
o del terzo chakra per uscirne. La ragione di questo comportamento è
che non siamo abituati a tanto amore: dobbiamo imparare ad aprire il nostro cuore
passo per passo. Amare presuppone aprirsi nella mente, il che significa
smettere di determinare la nostra vita con il pensiero e consiste nel permetterci
di cogliere quegli stimoli sottili che vengono dai chakra superiori. Quando
siamo «nel cuore», i pensieri diventano silenziosi e formano un vuoto all'interno
del quale può sorgere un'altra potenzialità nella nostra mente: l'intuizione
che vede e comprende in modo istantaneo e in un'ottica più ampia. Amare
presuppone anche di renderci attivi emotivamente, senza trattenere le
emozioni per paura, vergogna, perché pensiamo che non siano adeguate o accettabili.
Anzi, richiede proprio di liberare la pressione nella nostra pancia (secondo chakra),
esprimendo e regalando le emozioni. In questo modo diamo nutrimento al corpo
fisico e ai tre chakra inferiori. Per amare bisogna avere dei chakra
inferiori forti, sentirsi a proprio agio nel corpo, nel proprio io, nei sentimenti
e nei rapporti con gli altri. Viceversa, l'amore non trova un appoggio dal quale
espandersi. Prima di poter aprire il cuore, dovremo esserci creati
un Io forte che non si senta dipendente, cioè un Io maturo e non infantile,
sempre bisognoso di qualcosa e di qualcuno. Accettare gli altri va di pari
passo con l'accettare se stessi, stare bene con gli altri è più facile per chi
sa stare bene anche da solo; essere intimi all'interno della coppia è qualcosa
di molto simile all'essere soli: in entrambi gli stati diventiamo intensi e veniamo
inevitabilmente sollecitati da ciò che in noi richiede ancora attenzione, dedizione,
impegno o accettazione. L'amore è la cornice della consapevolezza, all'interno
della quale la nostra solitudine può trasformarsi in un profondo «stare bene con
se stessi» che, una volta conosciuto, può essere anche condiviso, senza entrare
in ansia. Ma il nostro cuore si aprirà soltanto se sarà libero.
Arrivare all'energia del cuore significa infatti abbandonarsi a se stessi, saltare
verso l'interno, e non può mai essere frutto di un'imposizione. Solo così dare
e ricevere diventano azioni autentiche, senza attaccamenti o rimorsi. Nel
buddismo la strada verso il cuore viene chiamata «la via del bodhisattva».
Non è possibile arrivarci senza impegno e senza sforzi: richiede continue attività
pratiche e meditazioni guidate dal desiderio di realizzare l'amore nel proprio
corpo e nella propria mente. Il rapporto di coppia è un'ottima occasione per percorrere
questa strada e diventare così persone sempre più colme di amore. L'amore
non cade dal cielo come l'innamoramento o l'attrazione, né si può ottenere con
la volontà o con lo studio. Richiede invece il dedicarsi con passione a noi stessi,
alla nostra vita interiore, permettendo a tutti gli avvenimenti importanti di
collegarsi al nostro centro, in uno spazio interiore che li comprende nella loro
interezza. L'abbraccioL'esercizio che proponiamo di seguito, l'abbraccio
del cuore, può essere d'aiuto in quest'ottica. Anche se è semplice, provandolo
vedrete che porta in sé la potenzialità di creare amore e intimità, instaurando
un legame profondo con l'amato. Chi ha bevuto una volta questo nettare, rimarrà
assetato finché non ritornerà di nuovo alla fonte. Prendetevi cinque
minuti per un abbraccio: rimanete entrambi in piedi per mantenere il flusso energetico
dal basso verso il cuore, e abbracciatevi in modo tale da essere in contatto totalmente,
dai piedi alla testa. Respirate con consapevolezza e dirigete l'attenzione della
mente alle sensazioni corporee e alle emozioni senza usare le parole. Ripetete
questo abbraccio ogni giorno, per esempio la mattina prima di andare al lavoro.
Restate con l'attenzione concentrata sul corpo, in modo da percepire anche le
piccole sensazioni, i piccoli spostamenti di energia, o i movimenti nella forma
dell'aura. Cosa senti? Quali parti del corpo e quali chakra sono
aperti verso il partner? Quali invece sono chiusi? Dove non senti niente? Dove
fluisce qualcosa? Ti senti nutrito, soffocato o liberato? Cosa eviti e cosa ottieni
attraverso le tue strategie di difesa (per esempio: parlare, tossire, muoverti,
ridere, trattenere il respiro)? Se hai la sensazione che non accada nulla,
lascia fluire questo nulla nel corpo e ciò che provi per esso. Ripeti l'esercizio
per un mese, aumentando gradualmente la durata dell'abbraccio (fino a dieci minuti).
Se nasce un desiderio sessuale, restate ugualmente abbracciati: separate il sesso
da questo rituale. Chiudetelo con un saluto o una parola (volendo, potremo condividere
la nostra esperienza con il partner raccontandogliela). Può darsi che inizialmente
ci saranno dei momenti in cui non sentirete nulla e vi chiederete: «Ma che senso
ha? Lasciamo perdere!». E' importante invece non smettere, ma osservare questi
pensieri e continuare l'esercizio, focalizzando l'attenzione sul respiro e sulle
sensazioni corporee. Quando andate a contattare il vostro cuore, la prima cosa
che spesso incontrate è un grande vuoto, la noia, il niente. Vi può anche
accadere di sentirvi completi in voi stessi e, come per miracolo, di annullare
i confini col partner, nonostante vi resti la chiara percezione dei vostri limiti:
vi siete uniti energeticamente. Si è ripetuto lo stesso fenomeno che avviene quando
vi innamorate, ma questa volta in forma più consapevole, anche se meno coinvolgente.
E' meraviglioso però sapere che, volendo, potete riassaporarlo tutti i giorni
grazie ad un semplice abbraccio. Dopo averlo praticato per uno o due mesi,
potete inserirlo anche nei giochi erotici: per esempio, come inizio prima di passare
alle carezze e ai baci. In questo modo un rito amoroso potrà diventare una meditazione
a due. |